La guerra non è politica

È inutile che cerchiate di convincermi che la guerra è brutta, lo so da me, e che la pace deve trionfare e le armi tacere. Davvero, ci arrivo da solo.

È inutile anche che mi spieghiate che quegli altri, quella volta, in quel frangente, eh, ma la NATO, gli USA, l’imperialismo, l’occidente corrotto, il dio Denaro. Il neoliberismo.
È in atto una guerra, capite? Due nazioni sono in guerra perché una ha deliberatamente invaso l’altra, vi è chiaro? E ogni guerra (ripeto la parola perché vi entri in testa) parla per sé e cercare paralleli o giustificazioni sciorinando eventi passati è esercizio sbagliato per definizione.

E che dire di quelli che sognano un’Ucraina neutrale? Che cosa vuol dire neutrale, di grazia? Che non può scegliere il proprio futuro? Che non può decidere, da stato sovrano qual è, quali alleanze strategiche perseguire? Che non può farsi aiutare nella difesa del proprio territorio?

Quelli della pace che si ottiene attraverso un’Ucraina neutrale sono i pacifisti più peculiari. Ricordano i fanatici degli Stati Cuscinetto, nome politically correct usato dalla Storia per indicare quegli stati a sovranità limitata dalle grandi potenze che di volta in volta si sono spartite il mondo, dal Congresso di Vienna fino alla Guerra Fredda. Le terre di nessuno, insomma, nemmeno della nazione che le calca e le vive.

È in atto una guerra, capite? Non c’è spazio per i distinguo filosofici, per i “ma se”, per i massimi sistemi, per i colpi in punta di fioretto, per le locuzioni auliche e per i ragionamenti complessi.
La diplomazia è politica, quindi, arte del compromesso. La guerra invece polarizza: o stai di qua o stai di là. 

O stai dalla parte dell’aggressore o stai dalla parte dell’aggredito. In mezzo non ci puoi stare.
#IStandWithUkraine, io sto dalla parte dell’aggredito. Perché quella russa è una guerra di conquista giustificata attraverso delle premesse inesistenti e un vomitevole revisionismo storico. 

Le premesse inesistenti (1): l’Ucraina non stava né sta per entrare nella NATO. Un’alleanza difensiva si basa su accordi che vincolano un paese nel lunghissimo periodo, non è il circolo bocciofilo dal quale posso entrare e uscire come mi pare. Per farne parte, quindi:
– Lo screening è estenuante, dura lustri se non decenni. Mi devo fidare di te per mettere la mia sicurezza nelle tue mani. Logico, no?
– Deve essere chiaro quali siano i tuoi confini di paese: come faccio a difendere un territorio se non so che è veramente tuo? 

L’Ucraina non ricadeva in nessuna di queste condizioni a causa della sua recente instabilità politica (dalla rivoluzione arancione a euromaidan culminata con la cacciata di Yanukovich…) e dei territori contesi nel Donbass. Ah, a proposito, contesi perché Putin sono 8 anni che aizza e finanzia la ribellione separatista (ma “unionista” con la Federazione Russa) per tentare di prendersi le repubbliche di Donetsk e Luhansk. 

Le premesse inesistenti (2): la NATO non è una minaccia. La NATO è un’alleanza difensiva. Diventa una minaccia solo se hai intenzione di attaccarla. Attacco = aggressore, difesa = aggredito. Più chiaro così?

Le premesse inesistenti (3): la NATO, dalla caduta del Muro di Berlino, si è espansa a EST. NO. Piuttosto, sono molti i paesi dell’Est Europa che hanno preferito rivolgersi all’alleanza atlantica per la loro sicurezza perché della Russia non si fidano. Davvero, potreste biasimarli?

Ve lo richiedo, potete biasimarli?

Il vomitevole revisionismo storico: fino a un secolo fa l’Ucraina si chiamava Rus di Kiev, quindi, secondo Putin non è mai esistita un’Ucraina sovrana, ma sempre un’Ucraina rus(sa). Quindi, semplicemente, la Russia si starebbe riprendendo ciò che è sempre stato suo e che le è stato tolto da… eh, già, da chi? Da nessuno, perché Rus non significa Russia (stato), ma significa più o meno “popolo”. Quindi i rus(si) di Kiev altro non erano che il popolo di Kiev. Così come i russi di Mosca, il popolo di Mosca.
Ma nel Donbass, la maggioranza è russofona. Quindi? Siccome la maggioranza dell’America Latina parla la lingua spagnola suggeriamo a Madrid di invaderla e di ricreare il glorioso regno dei tempi di Hernan Cortès

Io sto dalla parte dell’aggredito. Ero dalla parte del Kuwait quando è stato invaso da Saddam, ero dalla parte degli Stati Uniti l’11 settembre 2001, ero dalla parte dei kosovari repressi nel sangue dai serbi, sono dalla parte ucraina ora che è stata invasa da Putin.

Questo dovrebbe impedirmi di pensare che il primo intervento USA in Iraq fu solo una scusa per controllare il mercato del petrolio?

O di sostenere che il desiderio di vendetta USA per la carneficina del WTC ha seriamente contribuito all’instabilità afgana, alla presa di potere dei talebani prima e poi a far nascere e prosperare il califfato? Nota a margine, eh no, le bombe americane cadute in Afghanistan non erano intelligenti, hanno causato la morte di tantissimi innocenti. Occidente cattivo. Poi scopri che talebani e ISIS erano e sono tuttora usi utilizzare i bambini come scudi umani. Uhm…

Non dovrei pensare forse che la seconda guerra in Iraq (quella che portò alla destituzione di Saddam) fu figlia di uno schifoso pretesto e nipote della più scadente attività di intelligence della storia? Sì, proprio quella delle inesistenti armi di distruzione di massa.

O, ancora, che l’intervento NATO in Kosovo sia nato sotto premesse davvero forzate (anche se poi dovete spiegarmi se è o meno affar nostro – della civiltà umana tutta, intendo – fermare anche con la forza gli eccidi di persone innocenti)? 

Quale incoerenza ci sarebbe tra il fatto che tutto sommato non siamo degli stinchi di santo e la mia convinzione che Zelensky vada aiutato con tutti i mezzi possibili, anche militari?

Ogni guerra parla per sé. Ogni tragedia umanitaria ha diritto al rispetto e a essere limitata con ogni mezzo possibile.
Stare dalla parte del più debole, dell’oppresso, dell’aggredito è una scelta di vita che non può e non deve essere piegata alla propria visione politica.

Non siete di destra se criticate la Russia o di sinistra se criticate gli USA. Strappatevi di dosso queste comode convinzioni perché sono false, ipocrite e false. La verità è che siete persone da poco se state dalla parte dell’aggressore. Chiunque esso sia. Qualsiasi siano le vostre posizioni politiche.

Enough is enough.

No, anzi, un ultimo sassolino me lo voglio togliere. Il russo Putin è il capo di stato più ricco al mondo. Più di sultani, emiri, re, caudillos, altri dittatori, imprenditori prestati alla politica. Più di tutti loro. L’imperialismo americano, l’occidente cattivo, il dio Denaro, il neoliberismo. Ma fatemi il piacere!

Stefano Rossetto