Perché non ci si ascolta

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Grandi paroloni e sproloqui in questi sul perché e percome la Pandemia sta progredendo nel Mondo: 5G, laboratori che spandono virus a iosa, complotti rettiliani, vaccini Putiniani, ho letto anche di mascherine pre infettate. Una Bolgia.
Inutile linkare i siti che raccontano le storie.

Mi chiedo perché questi messaggi: palesemente ambigui, miracolistici, in definitiva un “atto di fede” siano ricevuti rimandati e rimbalzati con amplificazione da molti .

Ed invece se qualcuno dice che la ricerca è faticosa, la scienza avanza per fallimenti, male. Nessuno se lo fila.

Le spiegazioni di ognuno di noi sono le più varie, dal complotto alla difficoltà dell’argomento, dall’appello ai sentimenti alla freddezza scettica.

Il mio parere è che parte delle “colpe” sia dei giornalisti che hanno in mano la diffusione delle notizie; che non sono mai o quasi giornalisti scientifici, ma generalisti o giornalisti di cronaca che, fieri della loro preparazione umanistica, non si sognano neanche lontanamente di prepararsi veramente, e infarciscono i loro reportage di sentimenti aggettivi e note pietiste.

Spesso in questo spinti dai direttori o dai capiredattori che non vogliono le contorsioni mentali dei critici, dei dubbiosi. Una spiegazione che vale per quel che vale per i social network, cioè tanto; la causa ultima è troppo complicata per essere messa online.

Tutto deriva dal fatto che la ricerca scientifica, il processo di conoscenza e di scoperta, la scienza in sé, è troppo complicata perché il distratto lettore di Oggi o di Rete4 ne possa seguire i passi fino in fondo.

Più che complicata, secondo Lewis Wolpert è innaturale. Segue processi mentali che il cervello fa fatica ad utilizzare; la creazione di ipotesi, la raccolta di dati, il rifiuto di alcuni di essi e l’interpolazione con altri ambiti di ricerca. Facciamo fatica, troppi neuroni coinvolti.
Molto meglio affidarsi alla reazione immediata, quella per cui il nostro cervello si è evoluto che ci dice molte cose, in compenso quasi tutte sbagliate.

Se mio figlio è stato bene dopo aver bevuto un po’ di candeggina (Ricorda qualcuno?) significa che la candeggina fa bene; se il mio bimbo è stato male dopo il vaccino, il vaccino fa male (fa diventare gay o autistici, o tutte due le cose).
È la sindrome del nonno (ha fumato fino a novant’anni, quindi il fumo non fa venire il cancro).

Un atteggiamento razionale è invece difficilissimo da assumere; c’è bisogno di far funzionare la parte sinistra (dicono) del cervello, ci sarà una ragione.

Significa aspettare, fare dei conti, conoscere la statistica, la media e la deviazione standard. E trarre conclusioni che spesso vanno contro il senso comune, e magari rimettere tutto in discussione; perché la scienza deve essere confutabile. (Popper)

Di fronte ai pericoli della vita, malattie e minacce, molto meglio reagire immediatamente senza pensare troppo. Gli inglesi la chiamano gut reaction “An instantaneous reaction made without thought “.

C’è la Pandemia, non possiamo stare ad ascoltare i sofistici che dicono quanto siano inutili le cure esotiche, perché non abbiamo fatto il “doppio cieco”. L’impulso all’aiuto immediato ci stringe il cuore e ci fa negare le evidenze (scientifiche appunto).

E allora avanti ai ciarlatani, che bagnati di goduria nei loro pannoloni da Congresso ci propinano ogni sorta di mosruosità.

E tutti a battere le mani, senza senso critico, a bocca aperta a battere le mani ai Nuovi stregoni del nulla!
Bravi!
Che emozione, ma come parla bene!

Se il sorriso non vi si gela in bocca, sappiate che li manderete allegramente al picco del successso, e vi suiciderete altrettanto allegramente come milioni di Lemmings…

#COVID19, Anno Domini MMXX