Graziano Mereu, Varja Lahdenperä
L’articolo originale, pubblicato in lingua finlandese sul n° 7/2018 della rivista Kanava, ci ricorda le premesse storiche alla situazione attuale e dei pericoli tutt’ora presenti.
Il 23 ottobre 2018, poiché le misure economiche previste dall’Italia non garantivano il mantenimento di quelle regole comuni, concordate tra tutti i paesi membri dell’Eurozona e ritenute fondamentali per la gestione di una moneta unica, la Commissione Europea ha respinto – per la prima volta nella sua storia – una manovra economica presentata da un suo membro.
La prima bocciatura avvenne però nei giorni precedenti da parte dell’Ufficio parlamentare di bilancio, cioè l’Authority, l’organismo indipendente costituito nel 2014 con il compito di svolgere analisi e verifiche sulle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del Governo e di valutare il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee. L’Upb contribuisce ad assicurare la trasparenza e l’affidabilità dei conti pubblici, al servizio del Parlamento e dei cittadini istituita dalla riforma dei conti attuativa del Fiscal Compact, ha negato la «validazione» del programma posto dal governo. Arriva così, nell’audizione serale alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, la prima bocciatura ufficiale del documento governativo, criticato anche da Bankitalia e Corte dei conti.
La manovra italiana è stata anche criticata dal centro studi di Confindustria (l’associazione degli industriali) che ritiene molto improbabili le previsioni governative di espansione dell’economia italiana dell’1,5% nel 2019. Per raggiungere tale risultato si dovrebbe ipotizzare una improvvisa inversione di rotta dell’economia.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non particolarmente amato dai sostenitori dell’attuale governo, intervenendo ad una riunione dell’associazione dei comuni, si è augurato che sui conti pubblici prevalga il senso di responsabilità al fine di evitare disastri, sottolinea che i bilanci in ordine sono sfide a cui nessuno può sottrarsi, aggiungendo “ ci deve sempre guidare uno sguardo più lungo sullo sviluppo, la sua equità e la sua sostenibilità”
Il sig. Carlo Calenda, precedente ministro per lo sviluppo economico, di area liberal, ha sintetizzato le preoccupazioni di molti “ la verità è che il governo ha perso il controllo. Numeri inventati, manovre in bianco, provvedimenti che cambiano continuamente. Questa è la situazione, un grande paese in mano a un branco di presuntuosi incapaci. Non si fermeranno o lo faranno troppo tardi” ed ancora “La cosa clamorosa è che non siamo in mezzo a una crisi internazionale dei debiti sovrani o dei mutui subprime. Ci siamo autoinflitti una crisi finanziaria potenzialmente mortale! “
La cruda realtà causata dall’incertezza politico-finanziaria che si è instaurata in Italia dopo le elezioni del 4 marzo non si esime dal presentare il conto con la fuga dei capitali esteri certificata dalla BCE in 17,9 miliardi di euro di titoli italiani (azioni, obbligazioni e titoli di Stato) e con uno studio della fondazione Hume che quantificato la perdita di valore della riccezza di famiglie e imprese sul mercato finianziario dal 4 marzo scorzo ( data delle ultime elezioni) in 198 miliardi di euro, oltre il 10% del Pil.
A conclusione della lettura della bocciatura europea della manovra italiana è avvenuto un fatto che pur apparendo buffo e risibile non deve essere sottovalutato, di cui si è reso protagonista l’eurodeputato leghista Enrico Cioccia. Cioccia (classe 1975, in politica dal 1996, dotato di uno scarno curriculum e di una misteriosa laurea del nicaragua ma noto alle cronache per aver discusso nel 2010 di un pacchetto di voti con un esponente della ndrangheta) ha preso il testo appena letto da Pierre Moscovici, il Commissario europeo agli affari economici, e togliendosi una scarpa l’ha appoggiata ripetutamente sopra i fogli pubblicando successivamente questo tweet: “HO CALPESTATO (con una suola Made in Italy!!!) la montagna di BUGIE che Moscovici ha scritto CONTRO il NostroPaese !!! L’Italia merita RISPETTO e questi #EuroImbecilli lo devono capire, non ABBASSIAMO PIÙ LA TESTA !!! Ho fatto bene ???”
L’importanza del simbolismo del gesto non è sfuggita a Moscovici il quale ha dichiarato “L’episodio della scarpa made in Italy è grottesco. In un primo momento si sorride e si banalizza perché è ridicolo, poi ci si abitua a una sorda violenza simbolica e un giorno ci si sveglia con il fascismo. Restiamo vigili! La democrazia è un tesoro fragile”
Nonostante tutti gli avvertimenti, le critiche, le bocciature,il vicepremier Matteo Salvini, così come l’altro vicepremier Di Maio, non mostra un atteggiamento conciliante ed ha comunque già fatto sapere che «non si torna indietro». Anzi proprio Salvini, suonando i suoi corni di guerra, ha accusato la Commissione Europea col suo usuale linguaggio aggressivo “ Siete contro il popolo italiano”
Il Presidente del Consiglio Conte (accusato dall’opposizione per aver “abbellito” il suo curriculum e per alcune circostanze poco chiare relative alla sua carriera universitaria), interpretando un ruolo più morbido, più incline alla distensione dei rapporti, ha dichiarato da Mosca dove si è recato per incontrare Putin (a distanza di una settimana dalla visita di Salvini) che “Non avrebbe senso rivedere la manovra, per ora” proseguendo “sarei un irresponsabile a non preoccuparmi dello spread”
Malgrado l’atteggiamento apparentemente possibilista del presidente del consiglio, sia Di Maio che Salvini – evidentemente consapevoli di essere isolati in europa e fortemente criticati in patria – hanno usato la stessa frase “ dobbiamo andare avanti come una testuggine”, forse riferendosi alla formazione delle antiche legioni romane.
La crisi creata da Lega e Cinque Stelle potrebbe facilmente essere la concretizzazione del “Piano B” del ministro Savona: avviare la lunga marcia verso il momento in cui non saremo noi a uscire dall’Euro, ma l’Euro a non volerci più e che metterebbe in seria crisi il progetto di un’Europa unita e democratica. Forse davvero ci stiamo avvicinando a quella fine dell’Europa che Steve Bannon auspica e che ha spesso profetizzato. Forse davvero sono realmente la quinta colonna, della distruzione di un progetto che farebbe la gioia di Donald Trump e Vladimir Putin, che tornerebbero a presidiare il vecchio continente per sfere di influenza, com’era prima del 9 novembre del 1989 e della caduta del Muro di Berlino.
Non bisogna fare l’errore di credere che siano degli sprovveduti o dei folli. Tutta la comunicazione dei due gruppi politici al governo è stata caratterizzata negli dalla costruzione di nemici, che per definizione ci circondano e complottano per distruggerci, individuati nella “brutta e cattiva europa che con le sue regole e l’euro ci ha impoverito, nell’immigrazione che serve a fornire manodopera a buon mercato e quindi i flussi migratori vengono descritti come invasione finalizzata alla sostituzione etnica. Questo è il milieu culturale di riferimento dei nemici dell’Europa.
Non è un caso che Salvini riceva Orban a Milano, riceva la Le Pen a Roma, si rechi a mosca dichiarando “ qui mi sento a casa, in alcuni paesi d’europa no”. Il nemico finale non è l’Unione Europa ma ciò che essa rappresenta: l’idea di una democrazia liberale ed inclusiva è questo che detesta maggiormente questa internazionale nera.
Tutto ciò che li ostacola o non sono in grado di controllare è fatto oggetto di parole aggressive o azioni simbolicamente violente.
Emblematico di ciò sono le parole di Casalino (ufficialmente portavoce di Conte ma potente esponente dei 5S) “nel Movimento 5 Stelle è pronta una mega vendetta, cioè c’è chi giura che se poi non dovessero uscire all’ultimo i soldi per il reddito di cittadinanza, tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori una marea di gente del MEF. Non ce ne fregherà veramente niente, ci sarà una cosa ai coltelli proprio.” Nonostante la gravità delle parole il presidente conte non ha rimosso (o non ha potuto farlo) il suo portavoce
L’avversione del Movimento cinque stelle alla democrazia è possibile dedurla dai meccanismi di controllo che subiscono i loro stessi adepti e dalla intolleranza al dissenso che ha prodotto negli anni una pletora di espulsi che osavano essere portatori di un pensiero autonomo.
L’eurodeputata Pamela Aiuto ha recentemente dichiarato «Nel Movimento 5 Stelle gli eletti sono al servizio della comunicazione, e non il contrario. Comunicazione fatta di persone di solito provenienti dalla Casaleggio, o scelte lì. Queste persone sono diventate il gestore delle nostre esistenze, non della comunicazione soltanto. Entrano nelle nostre vite perché possono decidere il successo o l’affossamento mediatico del singolo eletto. Si è arrivati anche a dire a qualche mia collega come doveva truccarsi o vestirsi. E non si colgono più i contorni dei criteri di meritocrazia» Prosegue dichiarando che la rappresentante di Casaleggio presso gli eurodeputati del M5S ha chiesto le password di accesso ai profili social degli stessi per avere il potere di gestire la comunicazione degli eletti.
A seguito di queste dichiarazioni l’Ufficio di Presidenza del Parlamento europeo ha deciso di avviare un’istruttoria sulla Casaleggio Associati, la società che gestisce la comunicazione del Movimento 5 stelle. “Finalmente si farà chiarezza sulle voci di gravi interferenze della Casaleggio Associati sul mandato dei parlamentari”, dice il vicepresidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
Degno alleato del M5S è la Lega un partito nato per perseguire l’indipendenza delle regioni del Nord Italia, fortemente ostile allo stato nazionale che ha semplicemente reindirizzato il messaggio facendosi paladino del sovranismo e orientando l’ostilità l’elettorato verso l’Unione Europea e verso immigrati. e saturando con propaganda
No, in Italia non si respira una buona aria, non passa giorno che la cronaca non riporti notizie di discriminazioni o aggressioni a sfondo razziale e per contro ogni notizia che vede immigrati di colore probabili responsabili di crimini viene enfatizzata da Salvini (che è anche Ministro dell’Interno). La circostanza preoccupante è che le discriminazioni razziali non sono compiute solo da gruppi di esaltati di estrema destra nostalgici del nazifascismo ma anche da tranquille signore di mezza età che, sul bus o sul treno, si rifiutano di sedersi vicino a persone di colore.
Si è arrivati a sentire tranquilli pensionati pronunciare parole agghiaccianti come “ se una donna venisse stuprata da un italiano lo sopporterei ma se a farlo fosse un immigrato due colpi in testa e via”. Questa frase è spregevole soprattutto per la concezione proprietaria che si ha della donna, L’interpretazione è agevole la donna è la custode della purezza della stirpe quindi se la violenta uno di una stirpe diversa è più grave.
Ha ben ragione il vicedirettore dell’Indipendent Sean O’Grady a commento dei provvedimenti sull’emergenza immigrazione presi da Salvini e giudicati neofascisti. Secondo il giornalista Uk, l’Italia è capofila di una tendenza mondiale che sta cercando di riportare indietro le conquiste sociali in tema di libertà civili: è sbagliato pensare, scrive O’Grady, che il fascismo sia un fenomeno del passato caratterizzato da leader addobbati di ricole uniformi. Al contrario, i fascisti moderni vestono casual e sono molto presenti sui social media; ma la loro filosofia politica è identica a quella di Mussolini. L’esempio di questa svolta? Matteo Salvini, leader simili al segretario della Lega governano anche in Polonia, in Ungheria e nella Repubblica Ceca, sono vicini al potere in Austria e in Danimarca; avanzano in Francia, in Germania e perfino in Svezia dopo le ultime elezioni. Questa nuova onda populista, prosegue O’Grady è estremamente pericolosa: rappresenta una seria minaccia per l’armonia dell’Europa che è stata conquistata nei settant’anni trascorsi da quando i fascismi invasero il Vecchio Continente cercando di convincerne i popoli che loro avevano tutte le risposte.
Sì, ha ragione Moscovicì sulla “scarpa di Cioccia”, un giorno si ride e il giorno dopo ci si sveglia con il fascismo.